Goethe in Sicilia
Nell'aprile del 1787 lo scrittore attraversò tutta l'isola, da Palermo a Messina. È il momento che segna la sua definitiva trasformazione, anche nei rapporti con l'amica Charlotte von Stein
Quando nell’estate del 1786 Goethe scappò in Italia, in segreto, di notte e con un nome falso, forse fuggiva anche da una relazione impossibile e senza sbocco, quella con Charlotte von Stein. Lei era una nobildonna di Weimar, con cui Goethe aveva stretto amicizia circa dieci anni prima. Era diventata la sua confidente, la sua musa ispiratrice, anche se a quanto pare, per quanto intimo, il rapporto tra Wolfgang e Charlotte rimase sempre “entro i confini di una sentimentale e intellettuale intimità di anime”, come scrive la Treccani.
Wolfgang non aveva detto nulla a Charlotte della sua intenzione di intraprendere un viaggio in Italia, tuttavia durante la prima parte del viaggio le scrisse molte lettere e tenne un diario rivolto esclusivamente a lei - molti di questi testi sono poi confluiti nel Viaggio in Italia. Dopo il ritorno in Germania, però, la relazione tra loro si interruppe abbastanza bruscamente e riprese solo nel 1800. Nell’estate del 1788 Goethe aveva cominciato a frequentare Christiane Vulpius, e, da quel che si capisce dalle lettere di Wolfgang, Charlotte la prese molto male, pur essendo lei stessa sposata. In breve Wolfgang e Christiane divennero amanti, ebbero un figlio (Julius August Walther von Goethe, che tra l’altro è sepolto nel cimitero acattolico di Roma), ma si sposarono solo nel 1806.
Credo però che il viaggio in Italia c’entri qualcosa con la rottura nei rapporti tra i due. E in particolare il viaggio in Sicilia di Goethe segnò davvero un momento di svolta: in lui era ormai avvenuto un cambiamento profondo.
Il viaggio di Goethe in Sicilia meriterebbe un intero libro a fumetti, tanto è ricco di avventure, incontri curiosi, paesaggi e riflessioni. Qui le pagine del Viaggio in Italia si fanno quasi picaresche, con Goethe, il disegnatore Kniep e un non meglio identificato vetturino che si trovano alle prese con malfamate locande, signorotti locali prepotenti, ma anche con vecchietti gentili che fanno da guida ai templi di Girgenti e famiglie che fabbricano maccheroni in casa1. Ma forse su tutto emergono i paesaggi della Sicilia, che variano dal mare alla montagna ai campi di grano, e una natura che si dispiega rigogliosa lungo tutta l’isola.