Il diario di Caroline Crane
Moglie dell'ambasciatore Usa nel neonato Regno d'Italia, Caroline arrivò a Torino il 7 giugno del 1861, il giorno dei funerali di Cavour. Il suo diario è una cronaca dei primi anni dell'Italia unita
A volte capita di imbattersi in storie incredibili mentre si sta cercando tutt’altro. È il caso del diario di Caroline Crane Marsh, moglie dell’ambasciatore USA George Perkins Marsh, che nel 1861 venne nominato ambasciatore per il neonato Regno d’Italia dal presidente Abraham Lincoln. In realtà io stavo cercando notizie su di lui, perché Marsh viene considerato un precursore dell’ambientalismo: proprio mentre si trovava in Italia scrisse e pubblicò L’uomo e la natura (1864), un saggio dove per la prima volta si riconosce l’impatto dell’uomo sulla natura. Ma la prosa di Marsh è ingarbugliatissima, mentre quella di sua moglie Caroline è molto più limpida e il suo diario è un’appassionante cronaca dei primi anni dell’Italia unita.
Non solo Caroline Crane sapeva tutto quello che faceva il marito, ma lei stessa era abituata a frequentare le stanze del potere, tra ricevimenti, balli e serate a teatro. Il tutto però con un certo distacco, anzi spesso l’ambasciatrice - la definirei così - è più interessata alle condizioni di vita dei ceti popolari, e in particolare delle donne. Direi che entrambi erano abbastanza progressisti per i loro tempi.
Questa strana coppia di americani - lei aveva 45 anni, lui 60 - arrivò a Torino il 7 giugno del 1861: negli Stati Uniti infuriava la guerra civile, ma a Torino era il giorno dei funerali di Cavour.
Siamo arrivati giusto in tempo per vedere la folla disperdersi dopo gli ultimi riti in memoria del defunto ministro, il conte Camillo di Cavour. È stata una scena indimenticabile. Ogni balcone era avvolto da drappi neri e ogni volto indossava un’espressione non solo di profondo dolore, ma quasi di costernazione. […]
[…] “Vous êtes arrivés dans un triste moment” è stato il nostro unico benvenuto. Cosa ne sarà dall’Italia ora che il suo pilastro più potente è caduto nessuno osa prevederlo.
Torino, con la semicorona delle Alpi che la circonda, fece subito una buona impressione a Caroline. Inizialmente i Marsh abitarono all’Hotel de l’Europe, nella centralissima piazza Castello, poi si spostarono a Palazzo D’Angennes, in via Principe Amedeo, sempre in centro. Ma non avevano molto tempo per rilassarsi: per George era già ora di incontrare il re Vittorio Emanuele II.
Mr Marsh è stato ufficialmente presentato al Re d’Italia alle undici di questa mattina […] Nel complesso l’impressione che ha dato è stata quella di un amabile animale, di un uomo generoso e di cuore, con molto buon senso e uno straripante spirito animale. L’unica lamentela che ho sentito fare nei suoi confronti è la sua passione molto poco regale per il pane nero con le cipolle.
Nel suo diario Caroline si proponeva di non scrivere molto della guerra civile negli Usa, ma piuttosto di riportare quel che succedeva in Italia: anche qui la situazione non era tranquilla. Tutti temevano che Garibaldi, dopo la Spedizione dei Mille, avesse in mente una nuova impresa (ad esempio, prendere Roma) e nel frattempo i garibaldini si trovavano a spasso. Molti di loro si rivolsero proprio all’ambasciatore Marsh.
Ogni giorno riceviamo nuove richieste di arruolamento nell’esercito americano. Sembra davvero ingiusto che così tanti italiani debbano perdere i loro posti da ufficiale nell’esercito regolare per aver seguito Garibaldi. Non si può non pensare che il governo che ha raccolto così tanti frutti dal loro coraggio dovrebbe trovare il modo di chiudere un’occhio su una piccola irregolarità.
Le strade, perfino nella compassata Torino, risuonano degli inni garibaldini, e molte irregolarità notturne dimostrano che ci sono troppi giovani uomini senza impiego, e presto avranno fame e freddo, perché la comunità abbia pace. È una questione di immensa difficoltà per un governo capire cosa fare con un esercito disciolto come quello di Garibaldi.
Ma se i garibaldini erano pronti a partire come volontari negli Usa, il governo americano, quello federale, nordista, voleva piuttosto avere dalla sua parte Garibaldi in persona.
Oggi ci sono arrivate prove irrefutabili che il nostro governo intende offrire a Garibaldi un posto nell’esercito federale. Mr Marsh è molto infastidito da una mossa che finisce per dimostrare la nostra debolezza e l’imbecillità dei nostri leader e allo stesso tempo desta contro di noi l’ostilità di ogni potere che in Europa non simpatizza per l’eroe italiano.
Tutta l’estate del 1861 trascorse in trattative, ma alla fine Garibaldi non prese parte alla guerra civile americana. Il resto di quell’anno fu abbastanza tranquillo. I coniugi Marsh fecero diverse gite in Piemonte e visitarono Firenze, dove aveva aperto la prima Esposizione nazionale italiana. Oltre alla cronaca della situazione politica italiana, nel suo diario la Crane annotava anche alcune scene più quotidiane, che ci mostrano l’estrema povertà dell’Italia di allora.
Abbiamo visto l’altro giorno un panettiere con un gran numero di secchi di ferro pieni di carbone ancora infuocato, sembrava portarli di casa in casa insieme al pane del mattino. Su richiesta, ci è stato detto che molte famiglie non hanno altra fonte di calore durante l’inverno oltre a questa, fornita ogni giorno dal panettiere.
Ma la maggior parte della vita di Caroline si svolgeva tra ricevimenti, balli e serate a teatro insieme alla crème dell’aristocrazia torinese.
Il gran ballo di corte è trascorso stanotte in maniera molto brillante. C’erano tutti, al meglio delle proprie possibilità. Forse nessuna corte in Europa offre ora così tanta antica etichetta e un’aristocrazia così maestosa come quella di Torino. Molti dei presenti dichiarano che le altre corti europee hanno un’aria da parvenu rispetto a questa. Il re in sé non è certo puntiglioso sull’etichetta, ma la duchessa [Maria Adelaide d'Asburgo] dà molta importanza al suo ruolo ed è ben supportata dalle dame reali del Piemonte.
Baroni, conti, duchesse… molti di questi erano “codini” o “codinissimi”, cioè reazionari, nel gergo dell’epoca. Caroline, per quanto ligia al suo ruolo, dopo un po’ si stufava di loro.
A volte mi sento molto stanca della perenne monotonia di questa alta società, - ma quello che mi stupisce più di tutto è vedere uomini altrimenti intelligenti riservare l’interesse più vivo, o almeno fingere di farlo, a frivolezze da bambini.
Tanto più che la situazione nell’Italia appena unita era incandescente. Già nel novembre 1861 Caroline registrava nel suo diario disordini nel Sud Italia.
Le cose sembrano molto gravi nelle province napoletane. Città di considerevole grandezza vengono saccheggiate da banditi aiutati e supportati dal Papa e dal fuggitivo Francesco [Francesco II, ultimo sovrano del Regno delle due Sicilie].
Nel frattempo in varie città si svolgevano manifestazioni di piazza per chiedere l’annessione di Roma al Regno d’Italia. Cosa impossibile perché il Papa era protetto in quel momento dalle truppe francesi schierate da Napoleone III.
Le dimostrazioni che sono scoppiate in tutta Italia a favore di un regno d’Italia unito sotto Vittorio Emanuele con Roma come capitale, e che intendevano semplicemente sbugiardare le recenti affermazioni del Santo Padre, secondo cui i suoi figli sono tutti con lui per quanto concerne il suo potere temporale, hanno causato molto rammarico tra i tanti amici della buona causa - non riesco precisamente a capire su quali basi. Per me è difficile capire perché un popolo stanco di essere guidato dai preti non dovrebbe dirlo […]
La prima metà del 1862 trascorse tuttavia senza grandi sconvolgimenti. George e Caroline ebbero il tempo per fare un po’ di gite nei dintorni di Torino - Superga, Stupinigi, Venaria ma soprattutto Oropa - e l’ambasciatrice fece anche un viaggio a Firenze, dove posò per un busto dello scultore americano Hiram Powers.
Poi d’estate la situazione divenne esplosiva. Garibaldi era sbarcato in Sicilia ed era chiaro a tutti che la sua meta era Roma. Stavolta però il governo, in quel momento guidato da Urbano Rattazzi, si oppose e mandò l’esercito a fermare il generale e i suoi volontari. Qui il diario di Caroline Crane scandisce gli eventi giorno per giorno, e vale la pena riportarlo perché si vede bene che l’ambasciatrice passa da un’iniziale contrarietà a un incontenibile entusiasmo e ammirazione per Garibaldi.
7 agosto
Cosa farà Garibaldi - rinuncerà come ordinato dal suo re, o continuerà? In altre parole, ci sarà una guerra civile qui oppure no? Queste sono le domande sulla bocca di tutti stamattina, e nessuno si azzarda a rispondere.
8 agosto
L’ansia per la Sicilia non diminuisce.
9 agosto
Ancora molto disagio dappertutto a proposito di Garibaldi e dei suoi movimenti. Stamattina sono usciti dispacci così vaghi che non si può fare a meno di sospettare che le forbici della censura siano state molto occupate. Regaldi [credo sia Giuseppe Regaldi, poeta e scrittore], che è venuto a trovarci per una mezz’oretta, pensa che Rattazzi non si sia opposto ai progetti di Garibaldi anche se non li ha approvati.
10 agosto
Perfino Torino è in un certo senso agitata oggi. Si teme un tentativo di manifestazione.
11 agosto
Manifestazioni a Firenze, Genova, etc. ieri, anche se pacifiche, mostrano la volontà di far cadere il governo Rattazzi.
12 agosto
Nessun cambiamento sostanziale nelle notizie dalla Sicilia. Molti continuano a credere che il corso di Garibaldi sia dettato da Rattazzi, nonostante tutte le sue rassicurazioni sul contrario […] Alcune grida di “Roma o morte” in strada stasera.
15 agosto
La giornata è trascorsa tranquilla a Torino, grazie alla vigilanza delle autorità cittadine. Queste feste - oggi è la festa dell’Assunzione - sono sempre l’occasione per dimostrazioni, e prevedo che ne avremo notizia dalle città più eccitabili del regno.
21 agosto
Si dice che Garibaldi sia a Catania, le truppe governative che lo inseguivano hanno convenientemente evitato uno scontro prendendo la strada per Messina! Il governo qui è in uno stato di incantata trepidazione, e anche in questa tranquilla città tutti tranne i vecchi codini dell’aristocrazia sembrano avere un urlo di “Viva Garibaldi” ricacciato in gola. Una nuova canzone - le porte, le porte di Roma -, raduna folle sotto le nostre finestre.
22 agosto
Stamattina è stata proclamata la legge marziale in Sicilia. Le cose sembrano abbastanza brutte - La gente comune continua a credere che Garibaldi abbia un accordo con il governo, e questa è la loro scusa per simpatizzare con lui.
25 agosto
Il complotto si infittisce. Garibaldi ha attraversato lo stretto nonostante la flotta che lo stava sorvegliando, o facendo finta di sorvegliarlo.
26 agosto
Garibaldi è approdato a Melito in Calabria! Volesse il cielo che avessimo un uomo di questa tempra sull’altro lato dell’oceano! Va avanti, anche se due nazioni armate sono al suo inseguimento, e tutta l’Europa protesta “Fermate quel matto! Fermate quel matto!” - va ancora avanti, e la gente insorge in massa e gli ufficiali governativi volano come pagliuzze davanti a lui. […] Anche se il nostro giudizio è contro di lui in questa questione, anche se ci dispiace che metta a repentaglio così avventatamente gli interessi del suo paese, è impossibile non sentire il cuore battere più forte a ogni telegramma che annuncia la sua avanzata trionfale. Il governo nasconde tutto, ma ci sono abbondanti prove che tutta l’Italia è ansiosa di unirsi al suo eroe.
29 agosto
L’eccitazione è sempre crescente. Diversi arresti sono stati fatti a Torino ieri sera e questa mattina. […] Una manifestazione si è svolta ieri notte a Genova e un’altra a Milano - quest’ultima, si dice, quasi rivoluzionaria. Il generale Durando ha detto stamattina a Mr Marsh che la politica di Garibaldi era evidentemente quella di sobillare queste manifestazioni, in modo da obbligare il governo a tenere un gran numero di soldati in tutte le principali città e in tal modo impedire che vengano mandati contro di lui nelle province meridionali.
Infine il 29 agosto l’esercito italiano e i garibaldini si scontrarono sull’Aspromonte, Garibaldi fu ferito (a una gamba) e arrestato. Il giorno dopo, nel diario di Caroline, l’indignazione è evidente.
30 agosto
Garibaldi prigioniero e ferito da proiettili italiani! Il mondo non lo chiamerà “Il secondo Colombo in catene”? Da qualche parte c’è stato qualche mostruoso pasticcio, se non doppio gioco, che ha messo in una situazione del genere il più devoto dei patrioti e il più eroico degli eroi. L’inevitabile conseguenza del massacro di italiani da parte di italiani sarà l’aumento, attraverso tutta l’Italia, dell’odio verso il Piemonte.
Forse più inaspettata è la reazione dell’ambasciatore Marsh, che dopo una notte insonne decise di intervenire in prima persona per salvare Garibaldi.
1 settembre
Dopo una notte quasi senza sonno Mr Marsh si è alzato molto presto e ha scritto una nota confidenziale al barone Poerio sull’idea che Garibaldi venga mandato negli Stati Uniti nel caso in cui guarisca dalle sue ferite. Il governo qui è molto suscettibile verso ogni simpatia per Garibaldi, e inoltre Mr Marsh non ha nessuna autorità per promette qualcosa da parte del nostro governo. Queste circostanze rendono difficile, e anche poco saggio, contattare direttamente il ministro, ma spero che comunicare con Boerio, suggerendo che gli Stati Uniti d’America potrebbero fornire asilo e occupazione a quelli che altrimenti potrebbero ora risultare un imbarazzo per il governo italiano, si riveli un buon consiglio per entrambe le parti.
In quel momento non era ancora chiaro quanto gravi fossero le ferite di Garibaldi né se sarebbe sopravvissuto. Fu dunque con un certo turbamento che i coniugi Marsh partirono per una lunga vacanza in Svizzera.
Abbiamo lasciato Torino poco dopo le otto di mattina, con i cuori pesanti. Prima del nostro ritorno le cose dovranno essere migliorate o peggiorate. L’imperatore di Francia deve fare delle concessioni o una rivolta generale è inevitabile. L’intera penisola trema come se un vulcano fosse sul punto di esplodere, e la morte di Garibaldi per le sue ferite, o qualsiasi severità nei suoi confronti da parte del governo, con ogni probabilità finirebbe per spargere ai quattro venti il trono di Vittorio Emanuele.
A rimetterci il posto fu invece il presidente del Consiglio Urbano Rattazzi, che tutti sospettavano di aver fatto il doppio gioco con Garibaldi. Approfittiamone per parlare un po’ di questi primi ministri all’inizio dell’Italia unita. L’ambasciatore Marsh li incontrò tutti - e tutti assicurarono il sostegno italiano alla causa nordista - man mano che si succedevano. In Italia siamo abituati a governi brevi, ma questi erano personaggi davvero particolari! È impressionante quanto poco tempo durassero.
Il primo fu Bettino Ricasoli - che i Marsh stimavano -, ma nel giro di pochi mesi fu costretto alle dimissioni e sostituito da Urbano Rattazzi, che tanto aveva intrigato per prendere il suo posto. Ai Marsh Ratazzi non piaceva, e presto il nuovo presidente si rese impopolare per aver mandato l’esercito contro Garibaldi sull’Aspromonte. In più la sua relazione con Marie Laetitia Bonaparte, nipote di Napoleone, era vista malissimo. Caroline riporta una frase del re Vittorio: “Rattazzi era così infatuato da quella donna che non era buono a nulla”. Via anche Rattazzi, dunque, e largo al nuovo presidente del consiglio, Luigi Carlo Farini, che però non durò nemmeno quattro mesi, perché iniziò a manifestare segni di squilibrio mentale.
Questa mattina è confermato l’annunciato cambio del presidente del consiglio - Farini, che è diventato matto - si dice che abbia dichiarato a Sir James Hudson [ambasciatore inglese a Torino] che Vittorio Emanuele avrebbe marciato verso la Polonia con 60 mila uomini in aiuto ai patrioti lassù [era scoppiata una rivolta contro lo zar Alessandro II] - è ora sotto cure mediche in manicomio. Minghetti prende il suo posto come presidente del Consiglio.
La conseguenza fu che l’entusiasmo nella nuova Italia unita si spense nel giro di poco tempo. Scrive Caroline:
C’è una diffusa insoddisfazione in molte parti d’Italia verso il governo in generale. La Casa Savoia, almeno per quanto riguarda l’attuale re, ha perso molta della sua presa sugli affetti del nuovo regno, e si dice che l’elemento repubblicano stia prendendo forza.
Vittorio Emanuele non è certo tutto quello che si potrebbe desiderare in un re, ma aderisce onestamente alla Costituzione nonostante i cattivi consigli, è coraggioso, generoso, e sarà un brutto giorno quello che vedrà la sua gente insorgere contro di lui. Sembrano esserci solo due scelte per l’Italia ora - sottomettersi con quanta più dignità possibile al corso intrapreso dalla Francia, o sfidarla. La gente è insoddisfatta della prima ipotesi e ammette che la seconda sarebbe follia. Nel frattempo brontolano perché i loro governanti non trovano qualche impossibile terza via che possa portarli a ottenere Roma, conservare l’amicizia della Francia, forzare l’Austria a cedere Venezia e calmare l’insoddisfazione dilagante.
Il diario di Caroline Crane va avanti fino al 1865, quando i Marsh si trasferirono a Firenze, scelta come nuova capitale del Regno d’Italia. Salto un po’ di anni per arrivare al settembre 1864, quando la notizia dello spostamento della capitale si diffuse a Torino. Il trasferimento faceva parte di un accordo tra Italia e Francia, in cui Napoleone III si impegnava a ritirare le sue truppe da Roma e in cambio il governo italiano rinunciava a chiederla come capitale - il trasloco a Firenze doveva appunto servire come garanzia a questo senso. Ma la decisione fu accolta con rabbia a Torino.
I Marsh erano rientrati a Torino da pochi giorni quando, il 17 settembre, vennero a sapere dell’accordo.
Questa sera all’ora del tè Mr Artoni è venuto a trovarci e ci ha dato una scossa elettrica raccontandoci che le recenti dicerie a proposito di un trattato con la Francia, un articolo del quale contiene un accordo per il ritiro delle truppe francesi da Roma entro due anni, sono confermate e soprattutto che la sede del governo sarà spostata a Firenze. Per quasi quattro anni abbiamo sentito profezie e promesse su questa materia, così facciamo fatica a crederci - e anche se tutto sarà confermato non crediamo che l’imperatore di Francia voglia alcun beneficio per l’Italia.
Nei giorni successivi i giornali cominciarono a parlare del trattato e a riportarne le condizioni - “I torinesi si stanno innervosendo sempre di più. Escono brochures sobillatrici” - finché il 21 settembre si tenne un importante consiglio comunale.
Verso le cinque l’eccitazione della gente che voleva sapere cosa si stava facendo nel municipio divenne molto alta, cominciarono a volare pietre, la polizia si armava e provava a disperdere la folla con le spade sguainate, si fece sapere al sindaco che presiedeva l’incontro che i cittadini e il governo stavano per arrivare a uno scontro violento, fu mandata una delegazione a pregare la gente di stare calma, e pian piano si dispersero. Si riunirono però di nuovo la sera, e i nostri domestici ci hanno detto che tutte le principali strade e piazze erano piene di folla, che si manifestava davanti agli uffici dei giornali governativi, e che anche lo stemma reale era stato tirato già dalla questura e fatto a pezzi all’urlo di Abbasso il Re!
La situazione si aggravò la sera del 22 settembre:
Il rumore e le urla sono durate fin quasi a mezzanotte […], ma sono andata a dormire tranquilla, senza nemmeno dire a Mr Marsh che mi era quasi sembrato di sentir sparare, mi sembrava così improbabile che qualcosa di grave potesse accadere senza maggior confusione. Stamattina però abbiamo appreso con stupore e dolore che molte persone sono state uccise e ferite - i carabinieri hanno sparato sulla popolazione (qualcuno dice su ordine di Peruzzi), poi la guardia nazionale ha attaccato i carabinieri, ne ha arrestati molti e feriti altri. In piazza San Carlo si è tirata su una semi-barriccata, tentando di chiamare i cittadini alle armi, ma verso mezzanotte la quiete è stata ristabilita.
È la strage di Torino del 21-22 settembre 1864, che tra le altre cose provocò l’ennesimo cambio alla guida del governo: Marco Minghetti fu sostituito da Alfonso La Marmora. Ma Caroline nel suo diario se la prende soprattutto con il re:
Perché non è qui in un momento come questo! Dicono che è a Venaria, ma il posto di un re è nella sua capitale in momento del genere. È impossibile non ammettere che anche in Piemonte, la sede reale di una così lunga dinastia di antenati, il re ha perso il rispetto dei suoi sudditi per l’egoista indulgenza verso i suoi personali gusti e vizi, quando avrebbe dovuto dedicare tutte le sue energie alla costruzione del suo nuovo regno. Lo ritengono ancora un uomo coraggioso e leale, ma l’ultimo aggettivo lo perderà certamente se seguirà ancora a lungo i consigli del falso francese, e il galantuomo affonderà per sempre.
Ho scritto davvero troppo. Aggiungo solo che Mr Marsh mantenne il suo incarico da ambasciatore in Italia per tutta la vita, e così la coppia seguì i vari spostamenti di capitale, da Torino a Firenze (1865) e finalmente a Roma (1871). George morì nel 1882 ed è sepolto nel cimitero acattolico di Roma, come tanti altri protagonisti di questa newsletter. L’anno seguente Caroline tornò negli Stati Uniti, dove visse fino al 1901.
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