La notte dei subscriber fantasma
A quanto pare chiunque abbia una newsletter qui su Substack ha sperimentato il fenomeno delle iscrizioni false, che in me però desta seri dubbi esistenziali
La sera del 28 dicembre è un sabato sera, per di più un sabato sera durante le feste, ma dev’esserci molta solitudine nel mondo se esistono persone senza nulla da fare se non iscriversi alla mia newsletter, dopo averla letta per bene, mi immagino io. Ogni nuovo iscritto, così come ogni like o cuoricino in altre piattaforme, è un piccolo rilascio di dopamina, attiva una zona del cervello chiamata Nucleo Accumbens (lo scrivo solo perché mi piace questo nome) in un meccanismo che funziona allo stesso modo degli oppioidi e della cocaina. Così gratificato, perché dovrei insospettirmi o andare a controllare chi sono questi nuovi iscritti? Solo che le notifiche si susseguono per tutta la sera e anche nella notte: in tre ore, dalle 21.30 alle 00.30 conto 12 nuovi iscritti. Il grafico dei lettori della newsletter si impenna, ma gli orari di queste nuove iscrizioni sono davvero sospetti. Possibile che da qualche parte nel mondo, nello stesso minuto, due persone abbiano deciso contemporaneamente che dovevano assolutamente seguire la mia newsletter? Succede due volte, precisamente alle 23.01 e alle 00.30. Decido di aprire le notifiche e controllare gli indirizzi e-mail. Alcuni mi sembrano reali, nome, cognome, un’immagine del profilo, una descrizione e qualche attività su Substack, molti altri hanno nomi impronunciabili, oppure server di posta che nessuno usa più.
Scopro abbastanza presto che questo fenomeno dei falsi iscritti riguarda un po’ tutti su Substack, e non riguarda solo Substack. Tuttavia continuo a trovarlo inquietante perché mi sfugge il senso. All’inizio penso che questi iscritti siano generati dalla piattaforma stessa, per invitarmi a essere più attivo - capita sempre quando non pubblico nulla da un po’ - o solo per farmi piacere. Però, davvero, sarebbe una mossa molto goffa. Poi comincio a pensare che i falsi indirizzi e-mail siano generati da un’intelligenza artificiale che vuole nutrirsi di quello che scrivo e magari anche dei miei disegni. Mi immagino, in qualche server su un’isola tropicale o nella steppa russa, il lento formarsi di un mio avatar, un me stesso virtuale costretto a rispondere a input imprevedibili e a generare continuamente testi di ogni tipo: ricette, versi di canzoni, atti giudiziari, poesie, barzellette, tesi di laurea, temi, lettere d’amore, articoli, oroscopi… non posso fare a meno di provare un po’ di tenerezza per questo versificatore. Lo chiamo così perché sto rileggendo 1984 di George Orwell, dove appunto un versificatore genera canzonette destinate alla massa dei prolet, e chissà se Primo Levi aveva letto Orwell quando descrisse la stessa macchina nel suo racconto “Il versificatore” (in Storie naturali, 1966, ma pubblicato originariamente nel 1960).
Sto divagando.
A tratti mi viene il sospetto di essere troppo smaliziato. E se questi iscritti fossero reali? O almeno alcuni? In fondo perché akwjdbar76 (nome di fantasia ma plausibile) non dovrebbe volermi leggere, magari per imparare l’italiano? D’altro canto, chi mi garantisce che non siano falsi anche tutti gli altri iscritti, compresi quelli che sembrano avere un profilo reale e perfino quelli che commentano o rispondono ai miei post? Seguendo questa linea di pensiero arrivo presto a immaginarmi mentre digito queste righe nel vuoto cosmico, unico sopravvissuto in un mondo post-apocalittico dove solo per me viene conservata l’illusione che ci siano ancora altri esseri umani con cui interagire.
Sto di nuovo divagando.
Altri motivi per questa improvvisa proliferazione di nuovi iscritti. Li capisco poco per riportarli tutti, ma eccoli elencati in questa nota:
A quanto pare le contromisure sono poche e molto manuali:
Si può richiedere ai nuovi iscritti di confermare la loro e-mail (bisogna andare in dashboard > emails > require email address confirmation). Lo faccio e subito Substack mi avverte che così si ridurrà il numero di iscritti che ricevono la newsletter - messaggio che mi sembra criptico e un po’ sospetto: allora hai la coda di paglia, Substack? Comunque lo faccio.
Si possono cancellare manualmente gli iscritti che sembrano falsi. Questa possibilità inizialmente mi fa provare il potere di decidere tra la vita e la morte di questi iscritti sotto osservazione, subito seguito dal dubbio: chi sono io per distinguere tra vero e falso? Saprò essere all’altezza? E se per sbaglio cancellassi il mio più grande fan? Immagino un signore timidissimo, poco pratico con le cose di internet, che usa il suo indirizzo e-mail per pochissime cose essenziali tra cui questa mia newsletter. Non merita di essere cancellato e forse ci sarebbe anche un’opzione 3:
Tempestare di e-mail gli indirizzi che mi paiono finti in modo da generare un’umana reazione.
Ah, sospiro, ma quanto tempo perso a districarsi tra reale e virtuale!
Per un momento penso di trasformare questa newsletter in una corrispondenza analogica, fatta di lettere, buste e francobolli, numeretti e file alle poste. Perché una cosa sicuramente è reale, concreta, inscalfibile e inossidabile, ed è la flemma degli impiegati delle poste.
Post scriptum
Se sei nuova/o qui e vorresti iscriverti ma ti ho spaventato, non darmi troppo peso: puoi farlo!
Sono reale :)
anche io, a volte, apro le email di notifica e rimango perplessa: un nuovo iscritto a quest'ora? e con questo indirizzo email? però rimuoverli manualmente sembra una cattiveria... forse capisco la strategia di Substack e il bias della popolarità, però l'idea di parlare ai bot mi intristisce: a questo punto tanto vale tenere un diario (che fa tanto poeta tormentato)