Le cartoline di Gustav Klimt
La corrispondenza del pittore è fatta in gran parte di cartoline: alcune risalgono al suo viaggio in Italia del 1903, dove visitò i mosaici di Ravenna, ispirazione per le opere del suo periodo d'oro
Per una volta questa newsletter, normalmente dedicata a fatti di uno, due, tre secoli fa, ha un legame con l’attualità. Fino al 27 marzo infatti è in corso al Museo di Roma la mostra Klimt. La Secessione e l’Italia, che esplora i rapporti dell’artista austriaco con il nostro Paese. Gustav Klimt viaggiò diverse volte in Italia, ma ancora prima che la visitasse l’Italia era già presente in una delle sue primissime opere, Il Teatro di Taormina, realizzata tra il 1886 e il 1888 per il soffitto del Burgtheater di Vienna. L’imperatore Francesco Giuseppe l’apprezzò così tanto da conferire al giovane Kilmt la Croce d’oro al merito.
Come molti altri pittori, Klimt non scriveva granché. Gran parte della sua corrispondenza, compresa quella dell’Italia, è fatta di cartoline e quindi di brevi annotazioni. Ne spediva a ripetizione a Emilie Floge, stilista austriaca, femminista, con cui Klimt ebbe una relazione importante (ma a quanto pare non esclusiva) che durò tutta la vita - tanto che sul suo letto di morte chiese di lei.
In mostra a Roma ci sono anche alcune di queste cartoline: arrivano dal Leopold Museum di Vienna, che nel 2012 ne espose circa 400 nella mostra Klimt Persönlich.
Peccato che io non sappia il tedesco e che comunque la calligrafia di Klimt sia quasi illeggibile, però in quest’ultima cartolina distinguo le parole Hotelzimmer, Ravenna e Mosaiken! Nel 1903 Klimt visitò diverse città italiane: Venezia, Mantova, Firenze, Pisa, e appunto Ravenna, da dove scrisse:
Gran parte della città è molto povera - i mosaici sono di uno splendore incredibile.
E in effetti i mosaici bizantini furono una fonte d’ispirazione per le opere del suo “periodo d’oro”. Il ritratto di Adele Bloch-Bauer I ne è un esempio.
Nell’estate del 1913 Gustav ed Emilie si presero una vacanza sul lago di Garda, dove Klimt dipinse il paese di Malcesine, proprio lo stesso dove quasi un secolo e mezzo prima Goethe aveva rischiato di essere arrestato perché si era messo a disegnare le rovine del castello. All’epoca Malcesine era proprio al confine tra la Repubblica di Venezia e l’Impero austro-ungarico: uno straniero intento a ritrarre il castello risultava sospetto, e Goethe in un primo momento fu preso per una spia.
Nella stessa occasione Klimt dipinse anche il paesaggio di una chiesa a Cassone di Malcesine. La prospettiva così appiattita che vediamo in questi paesaggi è dovuta probabilmente all’uso di un telescopio, per osservare l’altra sponda del lago. Entrambi i dipinti hanno avuto delle vicissitudini: se ne persero le tracce in seguito all’annessione dell’Austria da parte della Germania nazista, ma mentre il dipinto della chiesa di Cassone è stato recuperato (e venduto all’asta da Sotheby nel 2010), il paesaggio di Malcesine è tutt’ora disperso… potrebbe essere andato distrutto, ma potrebbe anche essere a casa di qualcuno.
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