Prima un po’ di informazioni di servizio:
Il prossimo fine settimana sarò a Cremona al Piccolo festival del fumetto, una due giorni di incontri e chiacchiere con tantissimi autori e autrici, ad esempio Francesca Ghermandi, Gianluca Costantini, Bianca Bagnarelli, Andrea Settimo, Alessandro Tota, Elena Mistrello… qui c’è il programma completo. Ci tengo in particolare a citare Elena perché in passato abbiamo lavorato insieme: io mi vanto sempre di essere stato brevemente suo insegnante e lei dà grandi soddisfazioni: Tracciato Palestina è il suo ultimo lavoro, un reportage di viaggio dalla Cisgiordania.
Io sarò al Piccolo festival sabato 7 dicembre per un incontro dal titolo “Paesaggi italiani, un paese ritratto nei fumetti”, con Vincenzo Filosa, Lorenzo Palloni e Miguel Vila.
Nel frattempo la rivista Rumore ha messo Viaggio in Italia in cima alla classifica dei migliori fumetti dell’anno. Il numero di dicembre, di cui sopra vedete la copertina (ciao Thom!) è tutto dedicato al meglio del 2024 in fatto di musica soprattutto, ma anche libri, podcast, serie tv e fumetti, naturalmente. Insomma grazie Rumore!
E veniamo dunque alla newsletter vera e propria, intitolata stavolta:
Le foglie morte
VRRRR! VRRRRRR!! VRRRRRRRR!!! Non fa mai piacere svegliarsi con questo suono nelle orecchie ma capita quando si abita in una via alberata. Ogni autunno l’imperativo pare essere: nemmeno una foglia sui marciapiedi! Però se la pulizia si fa alle tre di notte non posso non pensare che qualcuno ce l’abbia con me. Lo scrivo con tutta la solidarietà possibile, e anzi quasi ammiro la dedizione con cui i due uomini armati di soffiatori e l’altro per strada alla guida di una spazzatrice (ho controllato, si chiamano veramente così, soffiatori e spazzatrici) si accaniscono sotto la finestra di camera mia, decisi a eliminare ogni singola foglia caduta. Tutto l’intervento dura 30-40 minuti, abbastanza per svegliarmi definitivamente. Impossibile tornare a dormire finché la squadra estirpa-foglie non avrà terminato il suo lavoro.
Sono sveglio, sì, ma non per questo lucido. Poi pagherò questa nottata in bianco con una febbre di un giorno, ma intanto mentre guardo il soffitto accompagnato dal VRRRR! costante mi viene in mente la poesia di Ungaretti:
Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie.
Ungaretti non potevi essere più conciso ma nonostante questo, lo ammetto, non ricordavo tutta la poesia (sono pur sempre le tre di notte), così devo cercarla su Internet. Il sito in cui la trovo spiega anche i precedenti usi delle foglie nella poesia italiana. E queste terzine di Dante dal Canto III dell’Inferno sono molto più adatte a descrivere la brama del soffiatore di foglie sotto la mia finestra, basta sostituire lui a Caronte e il soffiatore al remo:
Caron dimonio, con occhi di bragia
loro accennando, tutte le raccoglie;
batte col remo qualunque s'adagia.
Come d’autunno si levan le foglie
l’una appresso de l’altra, fin che ’l ramo
vede a la terra tutte le sue spoglie,
similemente il mal seme d’Adamo
gittansi di quel lito ad una ad una,
per cenni come augel per suo richiamo.
Con Dante però l’inquietudine aumenta, non è proprio una lettura adatta per riaddormentarsi. Però mi viene in mente che anche Jacques Prèvert ha scritto una poesia sulle foglie, Le foglie morte, e soprattutto che poi è stata cantata da Yves Montand, e poi ancora in inglese da Nat King Cole.
Cullato da queste voci, pian piano mi riaddormento.
E il pensiero ondeggia subito verso il tiro "a foglia morta" di Mario Corso ⚽.