Trentatré ore a Roma
Appunti di viaggio dalla Nuvola all'Eur, dove si svolge "Più libri più liberi", all'Isola Tiberina dipinta da Corot circa due secoli fa
Venerdì 8 dicembre, mattina - Sul treno da Bologna a Roma
In questo momento dovrei essere a casa, legato alla scrivania a tentare di finire il mio fumetto sui viaggi in Italia. Invece sono io stesso in viaggio in Italia. Vado a Roma, inaspettatamente su una carrozza business area silenzio di un Frecciarossa. Qui in prima classe le poltrone sono davvero più comode, ma mi fa sorridere che il principale privilegio consista in una scatolina di biscotti. Mi immagino uomini d’affari, squali della finanza, imprenditrici in tailleur, intenerirsi davanti a questi biscotti, che per la precisione sono una pasta di meliga e una piccola madeleine al cioccolato.
Mattina - Sulla metro verso l’Eur
Oggi la metropolitana non si paga. I tornelli sono aperti, un cordone circonda le biglietterie automatiche e una militare in divisa spiega che il sindaco ha deciso così. Anche se c’è un motivo capitalista - serve a incentivare lo shopping natalizio - per un momento sembra di essere invece in un’utopia socialista dove i mezzi di trasporto sono gratis per tutti.
Pomeriggio - PLPL
Sono qui per Più libri Più Liberi, la fiera della piccola e media editoria che si svolge ogni anno nella Nuvola, il nuovo centro congressi all’Eur. È la prima volta che partecipo a questa fiera. Mi aspettavo di trovare il frastuono cacofonico tipico del Salone del libro di Torino, invece l’atmosfera è piacevolmente sommessa. Gli stand degli editori sono piccolini e tutti uguali, democratici, non importa quanto grande sia il marchio. Allo stand Coconino Press sono in dedica due esordienti: Enrico Pinto con Lo schermo bianco (comincerò a leggerlo sul treno di ritorno e mi sembrerà molto bello) e Valentine Cuny-Le Callet con Perpendicolare al sole, davvero una meraviglia in cui l’autrice racconta la sua corrispondenza con Renaldo, un ragazzo detenuto nel braccio della morte in una prigione in Florida. Eccoci qui, nell’ordine: Valentine, Enrico, Paolo Bacilieri e io.
Pomeriggio - Dento la Nuvola
Enrico, prima di essere un fumettista, è un architetto: il suo Lo schermo bianco parla molto di architettura. Passeggio con lui dentro la Nuvola progettata dallo Studio Fuksas, che al momento è occupata dai vari incontri in programma per la fiera. È interessante condividere lo sguardo di Enrico. Ci chiediamo di che materiale sia fatto l’involucro della Nuvola (sarà un tessuto?), mentre io cerco di non fissare troppo le curve e le onde che mi circondano… ho già un po’ di vertigini ma per fortuna ho mangiato solo un misero paninetto al salmone preso in un bar.
Sera - Valentine
Valentine ha disegnato un libro splendido, di quelli che piacciono a me, dove si affronta un tema impegnativo ma poi i disegni possono portarci dovunque. Oltre 400 densissime tavole. Siamo al Monk, un locale che ospita la Coconino Night, e io ci tenevo a farle fare una bella presentazione. Quando dopo una frase di Valentine cominciano gli applausi mi sento felice per lei: credo che alla fine siamo riusciti anche a commuoverla. Qui c’è un breve estratto della presentazione.
Sabato 9 dicembre, pomeriggio - Gli occhi del cardinale
Il cielo è azzurro, l’aria mite, è una di quelle perfette giornate romane descritte da Goethe nel suo viaggio in Italia, quasi due secoli e mezzo fa.
Qui l'inverno non si vede; i giardini sono piantati ad alberi sempre verdi; il sole risplende chiaro e tiepido e la neve non si scorge che sulle montagne più lontane, a settentrione.
Oggi niente fiera, solo passeggiate per Roma. Ho già disegnato quasi tutto, ma i miei passi mi portano inevitabilmente su alcuni dei luoghi visitati dai miei artisti. Ma c’è spazio anche per qualche sorpresa. A Santa Maria in Trastevere, in una cappella laterale, mi colpisce un paio di occhi che spiccano su uno sfondo nero.
È il monumento funebre al cardinale Pietro Francesco Bussi, realizzato nel 1765 su disegno di Francesco Ferrari. Sopra, un teschio indossa un cappello da cardinale; sotto, una clessidra ha messo le ali. È piuttosto inquietante ma allo stesso tempo mi sembra un disegno uscito da un fumetto underground anni ‘70/’80.
Pomeriggio - L’isola di Corot
È già l’imbrunire, passeggiamo lungo il Tevere verso l’Isola tiberina, uno dei tanti luoghi di Roma dove non sono mai stato. Questo però lo conosco bene: la veduta di Jean-Baptiste Camille Corot che ritrae l’isola - ai suoi tempi si chiamava isola di San Bartolomeo - è una delle mie immagini preferite fra tutte quelle che ho trovato lavorando sui viaggi in Italia. Campeggia da un po’ sullo sfondo del mio desktop, per motivarmi. In questa serie di studi Corot tentava di catturare la luce di Roma, la stessa di questa giornata.
Sera - Stendhal panoramico
È ormai buio ma c’è ancora tempo per un ultimo sopralluogo-verifica. Mentre saliamo sul Gianicolo e mi accorgo che passiamo davanti a una chiesa che ho disegnato qualche tempo fa: San Pietro in Montorio, dove uno Stendhal in piena crisi si faceva prendere da pensieri malinconici, realizzando di essere sul punto di compiere 50 anni. Se non fosse buio, da qui si godrebbe anche un meraviglioso panorama su Roma. Oggi è tutto diverso, ma a Stendhal doveva apparire più o meno come in questo dipinto di Louis Le Masson.
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