Vedere e astrarre
Nel 1959 l'artista olandese-americano Willem De Kooning tornò in Europa dopo più di trent'anni per visitare Roma. Le opere realizzate in quel viaggio e subito dopo sono ora in mostra a Venezia
Viaggio in Italia è in stampa, ormai fuori da casa mia e nelle mani di Coconino Press. Seguiranno annunci ufficiali, immagine di copertina e date di presentazioni varie, ma intanto posso anticipare che, se tutto va come deve andare, le prime copie dovrebbero essere disponibili al Salone del libro di Torino (9-13 maggio): io di sicuro sarò alla stand Coconino dal 10 al 13 maggio.
È una strana sensazione non dover più lavorare a un progetto che ha impegnato una gran parte della mia mente e delle mie energie per almeno gli ultimi tre anni, tuttavia io e il mio corpo - che continua a tenere i ritmi frenetici degli scorsi mesi - non abbiamo ancora realizzato del tutto che è finita. Non è una sensazione inedita visto che questo non è il mio primo fumetto: so che tutto si trasformerà in realtà solo quando avrò tra le mani una copia stampata, e quindi un oggetto fisico e concreto.
In questa ritrovata libertà ho rimesso piede in una libreria dopo un po’ di tempo. Quante cose da leggere arretrate! E sono libri scritti adesso, non nel ‘700 o nell’800! Ma devo aver sviluppato una certa deformazione professionale, perché con la coda nell’occhio scorgo tra gli scaffali una copertina colorata e il titolo “Willem De Kooning e l’Italia”. È il catalogo dell’omonima mostra (pubblicato da Marsilio) che ha appena aperto alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dove rimarrà fino al 15 settembre.
Purtroppo non posso fare con De Kooning quello che normalmente faccio con gli artisti protagonisti di questa newsletter: sono viaggi troppo recenti e io non ho accesso a lettere o diari, di solito la mia principale fonte. È il motivo per cui tutti gli artisti della seconda metà del ‘900 sono stati trascurati sia nel mio fumetto sia in questa newsletter. Tuttavia qualche ricerca l’ho fatta anche in questo caso.
De Kooning era nato a Rotterdam nel 1904 ma si era trasferito negli Stati Uniti nel 1926. Tornò in Europa per la prima volta nel 1959 per un soggiorno a Roma. La mostra verte appunto sui due viaggi in Italia dell’artista, nel 1959 e 1969, e sull’impatto che ebbero sulla sua opera. Un dipinto che ha un legame con l’Italia, Excavation, risale in realtà già al 1950: l’artista lo realizzò dopo aver visto il film Riso amaro di Giuseppe De Santis (1949).
Nel suo primo soggiorno romano De Kooning fece una serie di disegni su carta in bianco e nero, come questo:
In quel primo viaggio, De Kooning fu colpito soprattutto da Tiziano e Michelangelo. Proprio a Roma ne parlò al giornalista del New York Times Curtis Bill Pepper (vedi qui l’articolo The indomitable De Kooning).
Non riesco a capire come quei tipi ormai anziani potessero andare avanti, continuare a dipingere in quel modo. Tiziano, a 90 anni, con un’artrite così grave che dovevano legargli i pennelli alle dita. Ma continuò a dipingere Vergini in quella luce luminosa, come se ne avesse appena sentito parlare. Avevano tutto già pronto, la Vergine e Dio e la tecnica, ma andavano avanti come se stessero cercando qualcosa. È molto misterioso.
Forse queste riflessioni erano dettate dal fatto che lo stesso De Kooning si avvicinava alla sessantina… in ogni caso il viaggio a Roma servì da stimolo all’artista per rinnovare la sua produzione. Rientrato a New York, nel 1960 De Kooning “tradusse” i suoi disegni romani a colori e dipinse Villa Borghese.
Pur in tutta la loro astrazione, non faccio troppo fatica a riconoscere nelle pennellate di De Kooning il richiamo a tante vedute e paesaggi romani dei secoli passati. La cosa è ancora più evidente in A Tree in Naples (Un albero a Napoli), sempre del 1960. Tutto quel blu mi fa pensare alle parole usate da Percy Shelley per descrivere il golfo di Napoli: “Dalle nostre finestre vediamo le acque blu della baia, sempre cangianti”.
Come commento a questo dipinto napoletano, il Moma riporta una frase abbastanza rivelatoria di De Kooning, in cui l’artista spiega dove trovava l’ispirazione per i suoi paesaggi astratti. Nascevano dal…
…passare per strade, posti e avere la sensazione di un loro pezzetto, un pezzetto di natura, come un recinto o qualcosa sulla strada. E davvero mi rallegro nel vedere di nuovo, nel vedere di nuovo che il cielo è blu e l’erba è verde.
Possiamo supporre che, come già per tanti altri artisti prima di lui, anche per De Kooning il viaggio in Italia sia stato prima di tutto un modo per (ri)cominciare a guardare le cose con uno sguardo nuovo.
Sempre in libreria scopro un viaggio in Italia di tutt’altro genere. È un volume pubblicato da Einaudi Ragazzi che raccoglie storie e filastrocche di Gianni Rodari, ordinate qui in modo da formare un itinerario nella penisola, dal Vesuvio con la tosse (perché fumava!) alla Torre di Pisa.