Un Tolstoj senza pace
Durante il suo viaggio in Europa del 1857 lo scrittore russo visitò anche l'Italia. Ma non era molto concentrato, perché ossessionato da un solo pensiero: trovare una ragazza.
Voglio una donna - terribilmente - una bella donna.
Scriveva così Lev Tolstoj nel suo diario del 1857, durante un viaggio in Europa che lo portò anche in Italia, in particolare in Piemonte e in Valle d’Aosta. E non è l’unica annotazione del genere. All’epoca il conte Lev Nikolàevič Tolstoj aveva 28 anni ed era l’autore di pochi racconti: nel suo diario, fatto di poche rapide righe per ogni giornata, sembra davvero ossessionato dall’idea di trovare una ragazza. È lui stesso ad ammetterlo, quando scrive “sono così pronto a innamorarmi che è spaventoso”.
Il viaggio in Europa di Tolstoj era iniziato a Parigi nel febbraio del 1857. Qui tra le altre cose aveva assistito a un’esecuzione sulla ghigliottina e aveva preso lezioni di italiano (pare che sapesse almeno leggere in italiano). Nei mesi successivi lo scrittore russo viaggiò per la Francia spostandosi verso le Alpi svizzere, per poi scendere in Italia e visitare il Piemonte e la Valle d’Aosta.
Da quel che scrive nei suoi diari, Tolstoj è tormentato, spesso depresso, a volte insonne, a volte al contrario dorme fino a tardi. Ogni tanto viene colto da momenti di disperazione e da dubbi “su tutto”. Da Lucerna scrive:
Ho guardato fuori dalla finestra. Oscurità, nubi nere, luce. Pronto a morire! Mio Dio! Mio Dio! Cosa sono? Dove sto andando? E dove sono?
Ora se c’è una cosa che ho capito lavorando a questa newsletter è che è meglio distruggere i propri diari più intimi, perché insomma questi appunti tolstojani a volte sono davvero troppo personali. Lui annota ogni più piccolo cambiamento d’umore, tutti i malanni fisici che gli capitano, e soprattutto scrive di qualunque ragazza carina con cui riesce ad avere un minimo di confidenza. C’è la giovane inglese con cui si mette a flirtare, ci sono le ragazze Galakhov ai bagni di Parigi, la cui vista lo esaspera… Quando incontra una ragazza che gli piace, spesso la definisce “pericolosa”, poi fa brutti pensieri e si sente in colpa, oppure finisce in confusione e rimane sveglio la notte. In una locanda sulle Alpi (da quel che si capisce dal suo diario) Tolstoj fraintende le intenzioni della domestica e le mette le mani addosso, generando un grande scompiglio - “tutti arrivarono e cominciarono a guardarmi male”.
Ancora da Lucerna scrive:
Due ragazze di Stanz mi hanno fatto gli occhi dolci, e una aveva dei begli occhi. Ho avuto cattivi pensieri e sono stato immediatamente punito sentendomi confuso.
Insomma è con uno spirito non proprio concentrato che Tolstoj arriva in Italia1. Il 15 giugno attraversa il Moncenisio e a ora di pranzo è a Torino. Non è il classico grand tour che in questa newsletter abbiamo visto tante volte, è più una visita al Regno di Sardegna, che in quel momento - tra le due guerre d’Indipendenza - è l’unico Stato italiano con una monarchia costituzionale. Infatti una delle mete di Tolstoj è la Camera dei deputati, dove lo scrittore assiste a una seduta del Parlamento. Torino è in pieno fervore rinascimentale, Cavour è al governo e molti patrioti e intellettuali sono arrivati in città dagli altri Stati italiani ancora assolutisti. Tutte cose impensabili in quel momento in Russia, e infatti Tolstoj scrive: “Sento invidia per questa vita giovane, forte, libera”.
Nei giorni successivi Tolstoj va a a Chivasso, a Grassoney - “si dice che lì ci siano delle belle donne” - e ad Aosta, per poi tornare in Svizzera2. Sono pochi giorni e poche righe nel suo diario. Ancora meno sono riuscito a sapere del secondo viaggio di Tolstoj in Italia, nel 1861, quando lo scrittore visitò Napoli, Roma e Firenze. Forse qualcosa di questo periodo servì da ispirazione per alcuni capitoli di Anna Karenina (1877), in cui Anna e Vronskij fanno un viaggio in Italia3.
I tormenti amorosi di Tolstoj trovarono pace infine nel 1862, quando, tornato in patria, lo scrittore incontrò la diciottenne Sòf'ja Andrèevna Bers e decise di sposarla. Ma prima ebbe la brillante idea di farle leggere questi suoi diari, completi di tutti i suoi pensieri e le sue avventure con altre donne. Nonostante tutto, Sof’ja non annullò il matrimonio4 e i due ebbero insieme moltissimi figli.
Per sostenere il progetto
Alcuni episodi - uno su tre - di questa newsletter sono fatti di disegni miei e di tavole in via di lavorazione per il fumetto che sto facendo, e sono riservati a chi sottoscrive un abbonamento (mensile o annuale). Per iscriversi basta pigiare il bottoncino qui sotto.
Un altro modo per sostenere il progetto è condividere un singolo post o l’intera newsletter. In ogni caso grazie di cuore!
Per orientarmi tra le mille cose scritte da e su Tolstoj ho utilizzato questo articolo di Maria Volodina (in inglese).
I diari del viaggio in Svizzera confluirono poi nel racconto Lucerna (1857): l’ultima edizione che ho trovato è in Lucerna e altri racconti (Mondadori, 1996).
Sono i capitoli dal VII al XIII della parte quinta del romanzo.
Almeno così racconta uno dei biografi di Tolstoj, Paul Biryukov.