Il sonno di Mozart
"Sono sempre assonnato qui", scriveva il 14enne Wolfgang Amadeus dall'Italia, dove tra il 1770 e il 1773 era impegnato in un frenetico tour
“L’Italia è una terra di sonno. Sono sempre assonnato qui”. E non c’è da sorprendersi che il 14enne Mozart scrivesse questo in una lettera da Bologna, nell’agosto del 1770: il viaggio che il giovane compositore e il padre Leopold intrapresero in Italia non era un viaggio ma un vero tour. Quando Wolfgang Amadeus non era impegnato a esibirsi, doveva comporre: tre opere, due sinfonie, sette quartetti, un mottetto più altri componimenti minori sono il prodotto del periodo italiano di Mozart. Potevo non raccogliere tutto in una playlist? Eccola qui:
Il tutto composto in un periodo di circa tre anni, spostandosi freneticamente di città in città, tra Milano, Roma, Napoli e Bologna.
Mozart non aveva nemmeno tempo di scrivere delle vere lettere, si limitava ad aggiungere qualche riga a quelle del padre destinate alla madre e alla sorella rimaste a Salisburgo. Anche se il suo morale era sempre abbastanza alto, la stanchezza ogni tanto si legge tra le righe: “Non posso scrivere molto, perché le dita mi fanno male dall’aver composto una gran quantità di recitativi”, scrive da Milano nel 1770, e due anni dopo, sempre da Milano: “So a stento cosa sto scrivendo, dato che tutti i miei pensieri sono assorbiti dalla mia opera, così c’è il rischio che io ti scriva un’intera aria invece di una lettera”.
Tra il dicembre del 1769 e il marzo del 1773 Mozart era quasi sempre in Italia: il padre Leopold cercava di procurargli degli incarichi, di far crescere la sua fama e allo stesso tempo di migliorare la sua formazione. Anche se Leopold non riuscì a ottenere l’incarico prestigioso che avrebbe sistemato la famiglia Mozart una volta per tutte (una specie di posto fisso a corte!), musicalmente fu un successo. La prima opera di Mozart, Mitridate, re di Ponto, andò in scena il 26 dicembre 1770 al Teatro Regio Ducale di Milano. Mozart scrive così dopo il debutto:
La mia opera, grazie a Dio, è popolare, infatti il teatro è pieno ogni sera, cosa che provoca una grande sorpresa, perché molti dicono che per tutto il tempo che hanno vissuto a Milano non hanno mai visto un’opera prima così affollata come in questa occasione.
Dalle brevi lettere di Mozart, però, ogni tanto spunta l’adolescente. Wolfgang annota delle piccole cose divertenti, come il canarino che nel suo appartamento a Napoli “cinguetta in sol diesis”. A Bologna invece “mi sono tolto il vezzo di cavalcare un asino, perché in Italia si usa così, e ho pensato che anche io dovevo provare”. O ancora: “Ho mangiato un bel po’ di belle pere, pesche e meloni al posto vostro”. A Milano impara “un nuovo gioco, chiamato mercante in fiera. Appena sarò a casa potremo giocarci insieme.” Tra le varie lettere, a volte ne spunta una in italiano, come questa scritta a Roma il 25 aprile del 1770:
Questi giorni fummi nel Campidoglio e viddemmo varie belle cose. Se io volessi scrivere tutto quel che viddi, non bastarebbe questo foglietto. In due Accademie suonai, e domani suonerò anche in una. — Subito dopo pranzo giuochiamo a Potsch1. Questo è un giuoco che imparai qui, quando verro a casa, ve l’imparerò.
Ha anche azzeccato il congiuntivo! La firma invece è spesso questa:
WOLFGANG in Germania
AMEDEO MOZART in Italia
Cosa c’è poi di più tipico dell’adolescenza della voglia di dormire appena possibile? Mozart ne parla continuamente: “Sono in buona salute, ma sempre assonnato”, scrive spesso nelle sue lettere. E poi nell’ottobre del 1772, da Milano, ecco la frase che riassume lo stato d’animo di ogni adolescente:
Sono affamato, assetato, assonnato e pigro, ma sto abbastanza bene.
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