Spese di viaggio
Parliamo di soldi: Stendhal è in ristrettezze a Milano, Mary e Percy Shelley fanno una vita all'insegna del risparmio a Pisa. E per questa newsletter è arrivato il momento di aprire gli abbonamenti
Nel luglio del 1815 il giovane Marie-Henry Beyle, che ancora non si firmava Stendhal, si trova a Venezia. Ha 32 anni ed è in viaggio in Italia da circa un anno. Non ha ancora pubblicato praticamente nulla e comincia ad avere qualche problema con le sue finanze. Nelle pagine del suo diario fa il conto di quanto gli costerebbe vivere a Venezia:
Appartamento arredato per un giovane uomo, piuttosto dignitoso - 360 fr. (si può ridurre questa spesa a 200 franchi acquistando qualche mobile)
Gondola - 2 franchi al giorno, al mese 60 franchi, all’anno 720
Teatri, loggioni tre volte alla settimana tra i più belli - 600 (è quello che i mariti di Venezia offrono alle loro donne)
Cibo - pranzo 2 franchi, caffè 2 franchi, al mese 120 franchi, all’anno 1.440
Totale 3.120 fr.
Tutte queste spese sono obbligate. Nessuno, per esempio, prende la gondola tutti i giorni, perché non saprebbe che farci. Prenderei alloggio vicino a piazza San Marco; una gondola allora non sarebbe necessaria che qualche volta d’inverno.
Con 3.000 franchi, ecco allora veicolo, vitto e alloggio pagati. Avrei 5.000 franchi per i piaceri straordinari.
È solo un’idea, perché in quel momento Padova e Venezia sono città più economiche rispetto ad altre, ma pochi giorni dopo Stendhal è già tornato nella “sua” Milano.
Povero Stendhal! È il 1815, Napoleone è stato appena sconfitto a Waterloo e lui, un francese, si trova nella parte d’Italia annessa all’Impero austro-ungarico. È guardato con sospetto, deve firmare le sue lettere con nomi falsi… tutto perché è innamorato. Ma Angela Pietragrua, o, come la chiama lui, Madame Simonetta, non solo è già sposata (questo non sarebbe un grosso problema), ma si è ormai stufata di avere questo francese goffo e bruttino come amante.
In tutto questo, già dall’inizio del 1815 Stendhal ha problemi di soldi. Così si rivolge alla sorella Pauline:
Presto! Presto! Mia cara Olandese1, mandami 1.200 franchi! Chiedi una lettera di cambio pagabile subito. […] Dato che non sono ricco, non voglio mai chiedere prestiti ai miei amici, altrimenti non si vedrebbe che l’interesse nelle mie gentilezze, e l’amicizia è bruciata!
Evidentemente quei soldi non bastano, e intanto la situazione peggiora: a maggio il povero Henry è a letto per “un’infiammazione al petto” e anche comunicare diventa complicato, per via della censura - “non passa niente, né lettere né giornali. Vivo in una completa ignoranza”. Così ad agosto torna a chiedere l’aiuto della sorella:
Mia cara amica, mi ristabilisco lentamente. La prospettiva assicurata di morire di fame nel giro di qualche mese non è un buon aiuto. Inviami a Milano tutti i miei libri: prima li leggerò e in seguito li venderò per sussistenza. […] Ciò che mi importa in questo momento è di avere tutte le mie casse di libri indirizzate:
Al signor B. Luigi Asti, in Novara.
Per le lettere, i tre indirizzi seguenti sono ugualmente buoni:
Al signor B. Luigi Asti, contrada San Pietro all’Orto n° 909, in Milano.
Al signor Bella, contrada San Pietro all’Orto n° 909.
Infine al signor Enrico B.2
Sia il diario che le lettere a Pauline si interrompono bruscamente alla fine del 1815: è il momento in cui c’è la rottura definitiva con Angela, e qualche mese dopo Stendhal è di ritorno nella natia Grenoble. Ci rimarrà un paio di mesi prima di prepararsi nuovamente a viaggiare in Italia.
In generale, non è semplice per me avere un’idea dello stato delle finanze dei miei viaggiatori, è tutto un districarsi tra rendite, crediti e debiti. Però mi sembra di capire che diversi tra loro vivessero un po’ al di sopra delle proprie possibilità. Basta rileggere la nota spese di Stendhal a Venezia: subito dopo l’alloggio e le gondole, la voce più importante è il teatro! E mangiare tutti i giorni evidentemente costava quanto andare al caffé! Insomma, la vita di società per queste persone era una priorità.
L’Italia però all’epoca doveva essere un posto economico: è uno dei vari motivi per cui Percy e Mary Shelley, nel 1818, decidono di venirci a vivere. Così almeno scrive3 Shelley da Milano, pochi giorni dopo il loro arrivo:
Le spese del viaggio sono state considerevoli, ma ora viviamo in una specie di pensione molto ragionevole per quanto riguarda il prezzo. Abbiamo ogni ragione di aspettarci di provare la tanto vantata convenienza dell’Italia. Il pane più buono, fatto di farina setacciata, il più bianco e il migliore che abbia mai mangiato, costa solo un penny inglese alla libbra. I prodotti di lusso, tè eccetera, però sono molto cari, e gli inglesi, come al solito, vengono imbrogliati a un livello che è quasi ridicolo.
La coppia ci metterà un paio d’anni ad abituarsi a uno stile di vita più parco del solito. Decidono ad esempio di non fare vita di società. Così Mary Shelley, alla fine del 1819, descrive4 la loro sistemazione a Pisa:
A Pisa abbiamo un appartamento sul Lung’Arno, una strada che attraversa la città per tutta la sua lunghezza su entrambe le rive dell’Arno, e il lato che riceve il sole da sud ha il clima più caldo e fresco del mondo. Abbiamo due camere da letto, due salotti, cucina, camere per i domestici ben arredate, e tutto molto pulito e nuovo - una gran cosa in questo paese - per quattro ghinee e mezza5 al mese. Le camere sono luminose e ariose, come vedi cominciamo ad approfittare dei prezzi italiani. Questo si impara molto lentamente, ma ti assicuro che qui una corona basta per le necessità e le comodità della vita quanto una sterlina in Inghilterra […] In effetti, per la prima volta nella nostra vita non abbiamo problemi economici, le nostre menti non sono disturbate da bollette settimanali e spese giornaliere, e con un po’ di attenzione ci aspettiamo di mettere le cose più a posto di quanto siano.
Abbiamo parlato di soldi perché anche per questa newsletter è arrivato il momento di confrontarsi con l’economia! Sono passati due mesi dall’inizio di questo viaggio e, come preannunciato nel primo post, ho deciso di provare a inserire gli abbonamenti, come permette questa piattaforma. Dovrebbe ormai essere chiaro il modo in cui è organizzata questa newsletter: un post su tre è fatto di disegni miei e tavole in via di lavorazione, insomma è più propriamente un dietro le quinte del fumetto che sto disegnando. L’idea, al momento, è di riservare questi post a chi sottoscrive una delle forme di abbonamento e di lasciare liberi tutti gli altri.
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Non so perché la chiami “Olandese”.
Sono tutti nomi falsi, è sempre Henry Beyle/Stendhal.
È una lettera all’amico Thomas Love Peacock, scrittore e poeta inglese.
Lettera a Marianne Kent Hunt, moglie di Leigh Hunt, poeta e saggista inglese. Erano entrambi molto amici di Mary e Percy.
1 ghinea = 1 sterlina e 1 scellino. 1 corona = 5 scellini.