Un vedutista prussiano alla corte del Re di Napoli
Jakob Philipp Hackert fu tra i più importanti pittori paesaggisti della fine del '700. Girò tutto il sud Italia su incarico del re Ferdinando IV per dipingere vedute degli angoli più remoti del regno
Nel maggio del 1772, nel porto di Livorno, l’ammiraglio russo Alexej Orloff si apprestava a far esplodere una vecchia fregata. Era un evento atteso, ne avevano parlato i giornali di tutta Europa, forse perché aveva un unico scopo: permettere al pittore Jakob Philipp Hackert di disegnare meglio una scena di naufragio1.
Hackert era nato nel 1732 a Prenzlau, nel regno di Prussia, era arrivato in Italia nel 1768 e poi l’aveva girata in lungo e in largo, divenendo in breve tempo uno dei più affermati pittori di paesaggio dell’epoca. Insieme ad Angelika Kauffmann costituiva un punto di riferimento per tutti i viaggiatori stranieri a Roma, in una sorta di perfetta divisione del lavoro: la Kauffmann era specializzata in ritratti, Hackert in paesaggi. È insomma la cerchia di artisti tedeschi - a cui più tardi si aggiungerà anche il pittore Johan Tischbein - che Goethe frequentò durante il suo viaggio in Italia (1786-87).
Da quando esiste la fotografia, il nostro sguardo sui pittori vedutisti è inevitabilmente cambiato, e infatti anche la fama di Hackert fu ridimensionata nel corso dell’800. Goethe però continuò a stimare moltissimo il pittore prussiano, tanto da dedicargli una biografia2, pubblicata dopo la morte dell’artista (1806). Per me che disegno un fumetto ambientato in parte in un’era pre-fotografica, le vedute di Hackert sono spesso l’unico modo per avere un’idea di come fosse la vita alla fine del ‘700. Anche se spesso a servirmi sono i dettagli dei suoi dipinti, più che le vedute in sé.
E poi il pittore prussiano è l’unico ad aver documentato certe parti d’Italia. Dopo alcuni anni a Roma, Hackert si era infatti trasferito a Napoli, dove nel 1786 era diventato pittore di corte del re Ferdinando IV. Su sua commissione girò per tutto il sud Italia, dipingendo vedute anche degli angoli più remoti del regno3.
È proprio in questa veste che Goethe incontrò Hackert, prima a Napoli e poi a Caserta. Da lui prese anche qualche lezione di disegno. Nel Viaggio in Italia leggiamo anche il giudizio che Hackert diede delle qualità di Goethe come disegnatore:
Lei è dotato, ma non è in grado di portare a termine nulla. Stia con me un anno e mezzo e riuscirà a produrre opere che daranno gioia a lei e agli altri.
Nel 1799 i francesi conquistarono Napoli e instaurarono la Repubblica napoletana. Hackert si rifugiò allora in Toscana, spostandosi tra Livorno, Pisa e infine Firenze.
Tra gli ultimi lavori dell’artista prussiano c’è una sorta di manuale per imparare a disegnare gli alberi e il loro fogliame. Si chiama Principes pour apprendre à dessiner le paysage d'après nature e fu pubblicato nel 1801: se volete dargli un’occhiata lo trovate qui.
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Così dice il Dizionario biografico degli italiani della Treccani, alla voce dedicata ad Hackert.
Philipp Hackert - La vita, pubblicato da Edizioni Scientifiche Italiane nel 1988.
Ad esempio Hackert dipinse tutti i porti del regno, in particolare quelli della Puglia. A queste vedute è stata dedicata nel 2017 la mostra “I porti del Re” al Castello di Gallipoli.